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Potrebbe sembrare provocatorio un post dedicato alla differenza tra Siracusa e Ortigia, specie alla luce di alcuni recenti gaffe mediatiche che hanno visto coinvolte anche le istituzioni impegnate nella preparazione del G7 Agricoltura e Pesca a Siracusa, previsto per fine settembre 2024. Alcuni malintesi si sono susseguiti a partire: dalla campagna istituzionale, che localizzava il G7 in Ortigia anzichè a Siracusa, fino all'errore commesso dal capo di gabinetto del ministero dell'agricoltura che ha ringraziato il "sindaco di Ortigia" in una recente conferenza stampa.
In realtà, noi di Hermes Sicily Guides & Tours, da guide turistiche impegnate da oltre venti anni nel promuovere e accompagnare i visitatori alla scoperta delle bellezze di Ortigia e Siracusa, al di là degli errori istituzionali che hanno suscitato anche un po' di divertimento, non possiamo che rilevare che in questi anni tanti turisti in visita in città ci hanno chiesto delucidazioni in merito perchè l'argomento e la differenza non sono del tutto chiare. Non siamo in grado di dire quale sia l'origine di questo equivoco, con ogni probabilità la grande visibilità mediatica e turistica che Ortigia ha conquistato in questi anni e probabilmente anche il passaparola di chi ha già visitato la città e ha consigliato di "visitare assolutamente Ortigia".
A questo punto però ci teniamo a fare chiarezza in modo semplice a beneficio di quanti programmano una visita alla nostra bella città:
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Siracusa, celebre per il suo magnifico teatro greco, conserva un altro gioiello archeologico meno noto ma ugualmente:suggestivo il teatro lineare o rettilineo, scavato dall'archeologo italiano Gino Vinicio Gentili e ubicato declivio sudoccidentale del colle Temenite a breve distanza dal più famoso teatro greco utilizzato ancora oggi per le rappresentazioni classiche. Il teatro lineare di Siracusa fu studiato negli anni '50 da Gentili che lo interpretò come una piccola struttura teatrale. Questo secondo "teatro" a differenza del classico teatro greco, di forma semicircolare, presenta una pianta rettilinea. La struttura del teatro lineare si sviluppa lungo un asse longitudinale La scalinata rettilinea, ubicata a soli 100 m dal teatro greco e dall'area archeologica della Neapolis, ha la fronte disposta a sud. Oggi si conserva il koilon con 17 ordini di posti a sedere, divisi in 3 kerkides e 2 klimakes. La struttura misura ca. 27x13 m e Gentili ipotizzo due fasi costruttive di cui la prima prevedeva solo 9 ordini di sedili. La realizzazione della strada moderna, la cd. "panoramica" ha di fatto tranciato la continuità del monumeno, posto oggi al di fuori della recinzione dell'area archeologica. L'assenza di scavi non ci permette di avere informazioni sull'eventuale orchestra o edificio scenico. Il periodo di vita dell'edificio è datato tra il VI e il III sec. a.C. con terminus ante quem per l'abbandono dato da un piccolo ipogeo funerario realizzato alla base del monumento nel III sec. a.C.
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Dopo diversi anni di chiusura torna ad aprirsi al pubblico uno dei siti più antichi di Ortigia sotterranea. Si tratta dell'Artemision, il tempio ionico di Siracusa dedicato ad Artemide, la grande dea della caccia. Questo tempio era ubicato nel punto più alto dell'isola di Ortigia, nell'area che oggi corrisponde a Piazza Duomo e affiancava l'altro grande tempio ubicato nella stessa area, l'Athenaion, il tempio dedicato alla dea Atena sul quale venne in seguito costruito il duomo di Siracusa. Se i resti dell'Athenaion sono ancora oggi visibili anche dalla piazza e dalla vicina via Minerva, dalle quali è possibile ammirare le possenti colonne doriche che sono inglobate nei muri della cattedrale, lo stesso non è per l'Artemision.
Il tempio ionico infatti si trova al di sotto di Palazzo Vermexio, l'odierna sede del palazzo comunale di Siracusa e venne scoperto dall'archeologo Paolo Orsi nel 1910. Alcuni anni fa un nuovo allestimento architettonico a cura di Vincenzo Latina permise la fruizione del seminterrato e al contempo la veduta delle colonne del vicino tempio dorico grazie ad un padiglione progettato ad hoc, poi la lunga chiusura che terminerà il 26 maggio 2024 con la riapertura al pubblico.
Al di sotto di Palazzo Vermexio si possono ammirare le fondamenta del tempio e varie altre testimonianze della Siracusa antica. Artemide era una delle divinità maggiormente amate nella colonia corinzia ed è strettamente connessa a Siracusa anche nel suo mito più celebre, quello di Alfeo e Aretusa. Sebbene Siracusa sia stata fondata da coloni di stirpe dorica, questo tempio slanciato ed elegante venne commissionato con eleganti capitelli in stile ionico.
La gestione del monumento è affidato alla ditta Civita e il sito sarà visitabile dal martedì alla domenica dalle 10 alle 14 con ingresso da Via Minerva n.4 . Chiuso il lunedì. Il biglietto di ingresso per gli adulti sarà di € 5, con riduzione a € 3 per una serie di categorie, € 2 per residenti e studenti e gratuità per disabili, guide turistiche, giornalisti e insegnanti accompagnatori. Il biglietto di ingresso comprende anche l'audioguida in lingua italiana e inglese. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi a Civita al tel. +39 335 7304378.
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photo credits: S.Leggio/Clicksfromsicily.com
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Il museo archeologico "Paolo Orsi" di Siracusa è una delle più importanti realtà italiane per quanto riguarda l'archeologia delle colonie greche in Italia. Il museo sorse alla fine del 1800 nei locali della soprintendenza ai beni culturali di Piazza Duomo a Siracusa ma, in seguito, vista la vastità delle collezioni, venne spostato in una nuova sede nel quartiere Neapolis, incastonato tra l'area archeologica contenente il teatro greco e l'orecchio di Dionisio e le catacombe di San Giovanni. Il museo ospita oggi anche la direzione del parco archeologico di Siracusa. Al suo interno sono custoditi oltre 27000 reperti che spaziano dal paleolitico all'età tardoromana e paleocristiana. Le collezioni si focalizzano principalmente su Siracusa e le sue subcolonie (Eloro, Akrai, Kamarina, Kasmene) ma vi sono esposti anche reperti da altre località siciliane come Agrigento e Gela e un vasto settore è dedicato all'età del bronzo siciliana e alle culture di Castelluccio, Thapsos e Pantalica. Il museo Paolo Orsi conta 6 settori di 5 oggi fruibili al pubblico oltre al caveau che contiene una delle collezioni numismatiche più importanti al mondo. Come tanti musei la visita può impegnare diverse ore e sicuramente è utile affidarsi ad una guida privata o a un tour di gruppo per scoprire le principali peculiarità del museo. Qui di seguito vogliamo però elencare quelli che a nostro avviso sono alcuni dei reperti imperdibili del museo. Sono tutti reperti di grande interesse per il loro livello artistico o per le peculiarità proprie, elencati non in ordine d'importanza -sarebbe difficile fare una classifica!- ma in ordine di esposizione all'interno dei vari settori del museo.