- Dettagli
A pochi chilometri dalla Noto barocca e dalla città moderna si trova l'area archeologica di Noto antica. Sul monte Alveria sono infatti ancora visibili i ruderi di quella che fu un'importante città con origini in epoca classica, tanto che una leggenda la vuole addirittura fondata dal Siculo Ducezio. Se quella di Ducezio è probabilmente solo una leggenda, l'antica Noto fu sicuramente una città greca della quale sono stati scavati diversi monumenti tra cui il ginnasio rupestre ieroniano, identificato grazie a un'iscrizione in lettere greche, oggi esposta al museo civico archeologico di Noto e poi una città romana, citata anche da Cicerone. Dal medioevo in poi fu un'importante città fortificata fino al disastroso terremoto del 1693 che la distrusse totalmente.
- Dettagli
L'antica Siracusa greca era celebre per la sua ricchezza e potenza così come per le sue monumentali mura fatte realizzare dal tiranno Dionisio per difendere la città dai Cartaginesi o da qualsiasi altro attacco dalla terra o dal mare. Il circuito murario aveva una lunghezza stimata in circa 30 Km (dai 27 ai 32 Km a seconda delle ipotesi dei diversi studiosi) e circondava la pentapoli, formata dai 4 quartieri storici: l'isola di Ortigia, Akradina, Tyche e Neapolis oltre all'altipiano dell'Epipoli. Si difendeva così una posizione strategicamente importante e al contempo si comprendevano nel perimetro della mura anche terreni ad uso agricolo, utili in caso di assedio prolungato alla città. Varie porte principali e numerose postierle di minori dimensioni permettevano di spostarsi dalla città verso le varie arterie che portavano verso sud (la via Elorina verso Eloro e Kamarina), l'entroterra (Akrai e Kasmene) e le antiche Megara Iblea, Leontinoi e Catania a nord.
- Dettagli
Sebbene il tratto di costa posto a nord di Siracusa, tra le cittadine di Priolo Gargallo ed Augusta sia oggi largamente occupato dal polo industriale e petrolchimico, anche questa zona della provincia aretusea risulta inaspettatamente ricca di attrattive monumentali e naturalistiche. Basti pensare ad aree archeologiche e monumentali come Megara Iblea, alla basilica paleocristiana di San Focà o a complessi catacombali come la Manomozza di Priolo o anche suggestive aree naturalistiche come la riserva naturale saline di Priolo o il massiccio dei monti Climiti. In questo tratto di costa insiste anche la penisola di Magnisi che ben si vede dalle balze dei monti Climiti o dall'Epipoli o dal castello Eurialo di Siracusa. Questa penisola è oggi disabitata ma ha ospitato una delle più importanti culture della media età del bronzo in Sicilia, appunto, la cultura di Thapsos. Il sito archeologico è stato studiato a più riprese dalla fine del XIX secolo (Paolo Orsi) alla metà del XX (Bernabò Brea) fino alla fine del XX sec. con gli scavi di Giuseppe Voza. Una vasta area del settore A del museo archeologico regionale "Paolo Orsi" di Siracusa espone oggi ceramiche, oggetti in osso e metallo, ritrovati nel corso degli scavi archeologici menzionati.
- Dettagli
Tra le "cave" i canyon nel tavolato calcareo dei monti Iblei, che caratterizzano la Sicilia orientale, Cava d'Ispica è uno dei maggiori e anche tra quelli più visitati per la bellezza paesaggistica e per la presenza di numerose testimonianze archeologiche. Allo stato attuale la cava non è gestita in maniera unitaria e lungo il suo percorso di circa 13 Km si alternano zone demaniali terreni privati e sentieri liberi. Alle due testate del canyon sorgono l'area archeologica di Cava d'Ispica nella quale si trova la catacomba della Larderia e il complesso delle grotte cadute e, sul versante opposto il parco Forza. Tante però sono le testimonianze di interesse archeologico da vedere nel settore centrale della cava: dai complessi rupestri come il convento o la craperia agli ipogei come quello degli Antonii fino a numerose necropoli preistoriche. In anni recenti sono state effettuate opere di consolidamento e valorizzazione per rendere agevolmente fruibiili due interessanti siti nel settore centro-settentrionale di Cava d'Ispica. Si tratta della necropoli di Calicantone e del castello rupestre, tradizionalmente conosciuto come il "castello sicano".