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Sulle pagine di questo sito, così come su quelle del blog associato, luogo deputato per eccellenza alla sperimentazione, si è già più volte portata avanti l'idea di cui siamo convinti, che oggi, grazie alla larga diffusione di tecnologia a basso costo, anche l'amatore o comunque quelle realtà con scarsi mezzi economici possono "sperimentare" soluzioni avanzate senza spendere grandi cifre. Nello specifico, nelle righe seguenti, si illustra un test effettuato sul campo. Si tratta di una soluzione di cartografia digitale di scarso ingombro, bassi costi e che può tornare utile per ricognizioni archeologiche, survey o più in generale per archeologia del paesaggio. Con un po' di pazienza ed un minimo di dimestichezza informatica si possono sicuramente ottenere interessanti risultati.
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PREMESSA
I sofisticati software oggi disponibili sia in versione commerciale che in versione open source aprono nel campo dell’archeologia, un
a nuova prospettiva virtuale, impensabile fino a qualche anno fa. In questo breve tutorial si è tentata una ricostruzione tridimensionale di un reperto archeologico, un bacino di epoca preistorica. Lo scopo non era solo l’estetica ma soprattutto la precisione scientifica. Forme, proporzioni, colori, decorazioni dovevano il più possibile corrispondere a criteri di rigorosità scientifica
IL BACINO LEBETIFORME
Per tale scopo si è scelto un reperto appartenente alla cultura di Thapsos, della media età del bronzo siciliana. Si tratta di un bacino su alto piede come se ne sono trovati tanti nei siti associati a questa facies. Il bacino ha una piastra fittile saldata su un lato dell’orlo. Nei cataloghi viene anche definito come bacino lebetiforme o bacino lustrale. La sua destinazione d’uso è tuttora incerta.
Il reperto è oggi esposto al museo archeologico regionale di Siracusa, nel settore A, dedicato alla preistoria, nel sottosettore di Thapsos.