Mura dionigiane di SiracusaLe mura dionigiane furono fatte costruire dal tiranno Dionisio I per la difesa di Siracusa e del vicino altipiano dell'Epipoli, punto strategico fondamentale per il controllo del territorio. Nel V sec. a.C., infatti, Siracusa era entrata in guerra con Atene e il lungo assedio della città aveva messo in luce tutta la debolezza del sistema difensivo e l'importanza strategica dell'altipiano dell'Epipoli per controllare l'accesso via terra a Siracusa. Terminata la guerra, nel 406 a.C. salì al potere il tiranno Dionigi (o Dionisio, celebre anche per la leggenda dell'omonimo orecchio nel parco archeologico della Neapolis) che, prima di intraprendere la sua politica egemonica e di contrasto al nemico cartaginese, stanziato in Sicilia occidentale, decise di dotare la città di un formidabile sistema difensivo. Le mura dionigiane rappresentano una delle più imponenti opere difensive costruite nel mondo greco. Sebbene il percorso antico e la lunghezza esatta non siano conosciuti con esattezza, probabilmente le mura di Siracusa avevano un perimetro di non meno di 27 Km, sufficiente per inglobare la pentapoli, come era chiamata Siracusa per i suoi cinque quartieri (Ortigia, Akradina, Tyche, Neapolis ed Epipoli), e una vasta area di suolo agricolo da sfruttare per la sussistenza in caso di un assedio prolungato.

Vari autori antichi ci narrano della costruzione delle mura dionigiane e Diodoro Siculo ci informa che vennero impiegati ben 60.000 operai e 6.000 coppie di buoi. Il lavoro era suddiviso in più lotti a cui si lavorava contemporaneamente e il tiranno Dionisio spronava e premiava le squadre più laboriose. Il sistema difensivo oltre che dalle mura era costituito da torri e fortini a cadenza regolare e culminava nell'estremità più distante dalla città con il formidabile castello Eurialo. La cinta muraria prevedeva anche latomie siracusa 104207mnumerose postierle di piccole dimensioni e alcune grandi porte monumentali poste lungo le principali arterie viarie in uscita dalla città come la via Elorina che conduceva nell'omonima subcolonia di Eloro. La più formidabile delle porte era però sul versante nord ed era detto Hexapylon per via dei suoi sei ingressi.

Le fortificazioni vennero realizzare utilizzando blocchi di pietra calcarea locale e per limitare i tempi di trasporto vennero realizzate numerosissime piccole latomie a cielo aperto, cave da cui estrarre il materiale da costruzione. Ancora oggi la città di Siracusa, pur essendo cresciuta molto in dimensioni dai tempi dell'antica polis greca, è del tutto contenuta nel perimetro delle mura dionigiane. Nel corso dei secoli, purtroppo, gran parte delle mura sono state smantellate per poterne riutilizzare il materiale da costruzione ma in vari punti cittadini se ne scorgono ancora le tracce. Sebbene il parco delle mura dionigiane, vagheggiato a inizi anni 2000 sia ancora un'utopia, tramite alcuni passeggiate il turista o il Siracusano curioso della propria storia potranno ritrovare le tracce di questa straordinaria opera difensiva. Occasionalmente le guide turistiche Hermes Sicily Tours propongono anche delle visite guidate che permettono di ammirare parte delle antiche mura.

Cosa si può ancora vedere?

Come detto il perimetro di mura circondava l'antica città ed è stato per buona parte smantellato se non addirittura coperto da costruzioni moderne. Ciò non toglie che in alcuni punti specifici di Siracusa è ancora possibile ammirare porzioni delle mura (fondamenta o in alcuni casi alcuni filari di blocchi sovrapposti). E' poi possibile ritrovare le tracce di alcuni piccoli fortini o visitare l'ancora oggi suggestivo castello Eurialo. Infine si può curiosare tra le tracce delle tante latomie sparse sul territorio, ritrovare scale di servizio scavate nella roccia, intuire l'andamento viario seguendo le carraie che tagliano la tenera roccia calcare o vedere i resti di alcune delle porte di Siracusa come la porta scea o la porta a tenaglia.

Dove trovare i resti più imponenti delle mura dionigiane

Castello Eurialo e porta a tenaglia

 Castello EurialoIl tratto di fortificazioni meglio conservato è oggi gestito dal parco archeologico di Siracusa ed è l'area archeologica del castello Eurialo. Visionate gli orari di apertura aggiornati per programmare la vostra visita o contattateci per prenotare una guida turistica professionista che vi accompagni. Ancora oggi il castello Eurialo è uno straordinario sito archeologico dove è possibile ammirare i fossati difensivi, i torrioni, le gallerie sotterranee e l'innesto con le mura dionigiane e con la sottostante porta a tenaglia, realizzata secondo i dettami della poliorcetica, la scienza che studiava i metodi di assedio e di difesa di una città antica.

Lungo la strada che conduce alla fortezza potrete anche ammirare un tratto di mura ancora conservato tagliato dal moderno viale Epipoli.

Mura settentrionali: Porta Scea (e tombe preistoriche)

Carraie presso la porta scea di SiracusaIl tratto settentrionale delle mura correva lungo il bordo dell'altipiano dell'Epipoli, affacciandosi sull'area pianeggiante oggi chiamata Targia. Dai bastioni del castello Eurialo, volgendo lo sguardo in lontananza se ne intuisce l'andamento. Purtroppo allo stato attuale è una delle parti più ostiche da raggiungere per il visitatore curioso. Non esiste un sentiero di visita nè nessun tipo di indicazione o sistemazione. Il visitatore può solamente posteggiare la propria auto al limitare del moderno quartiere della Pizzuta e da lì attraversare la campagna incolta (o a volte anche ricolma di rifiuti) e raggiungere ciò che resta della mura. Era un tratto lungo diversi chilometri ed è un peccato che non sia maggiormente valorizzato. Qui nei pressi del rilievo di Targetta insisteva probabilmente un fortino e sono visibili delle scale scavate nella roccia. Nei pressi dell'uscita nord di Siracusa invece è possibile ammirare uno degli accessi più monumentali all'antica città greca. Si tratta di quella che l'archeologo Paolo Orsi chiamò "porta scea". E' ancora possibile vedere lo stipite ed i cardini per il portone ma soprattutto una spettacolare via a serpentina incavata nella roccia e caratterizzata da profondi gradoni e carraie. In direzione della moderna strada stale vi sono anche varie grotte naturali oltre ad un bunker risalente alla seconda guerra mondiale. Qui Paolo Orsi individuò l'Artemision extra-urbano, un santuario agreste dedicato alla dea della caccia. Lungo questo tratto cittadino, nei pressi di Targetta è anche possibile vedere la piccola necropoli di Predio Reale, databile all'antica età del bronzo. E' caratterizzata da tombe a grotticella artificiale, scavate nella roccia di cui alcune presentano un prospetto monumentalizzato.

Le mura costiere: lungo la pista ciclabile "Rossana Maiorca"

LatomieIl tratto che va dal moderno ingresso nord della città (Viale Scala Greca) e costeggia il mare è la parte più facilmente accessibile e anche in parte attrezzata in quanto per un tratto di circa 7 Km è possibile percorrere la pista ciclabile "Rossana Maiorca" realizzata sull'antico tracciato ferroviario dismesso. Anche in questo caso manca qualsiasi indicazione e la manutenzione ad opera del Comune è piuttosto scarsa ma la pista ciclabile è facilmente raggiungibile dai diversi varchi (come quello della Tonnara o quello dei Cappuccini). Lungo questo tratto che oggi si affaccia sulla baia di Santa Panagia, sul polo petrolchimico ma anche sull'Etna, in epoca antica era ubicata l'importante porta detta Hexapylon. Purtroppo ogni traccia di questa porta citata dagli storici antichi è andata perduta ma l'imponente rete di carraie presenti nella sottostante area di Targia lascia intuire che la porta doveva essere grossomodo in corrispondenza con l'attuale Viale Scala Greca. Subito a fianco si trova un'area Scala nella roccia presso l'acqua delle colombearcheologica recintata, purtroppo non aperta al pubblico dove è possibile ammirare una della parti meglio conservate delle antiche mura. Attualmente è possibile vederla dalla sottostante pista ciclabile e si intuisce ancora l'andamento del poderoso muro trasversale che dalla costa saliva sull'altipiano. Costeggiando la scogliera tra Targia e la tonnara di Santa Panagia in più punti si possono ancora vedere filari delle mura ma soprattutto si notano ancora le vaste latomie di superficie da cui è stata estratta la pietra calcarea. Non sono cave profonde come è il caso della latomia del Paradiso, dei Cappuccini o di Santa Venera ma in compenso si vedono ancora le linee di taglio dei conci e in alcuni casi vi sono dei blocchi di pietra già sagomati ma non estratti. Uno dei punti più suggestivi è la sorgente di acqua dolce chiamata "acqua delle colombe" che sgorga direttamente dalla scogliera in mare e dove è presente una suggestiva scala intagliata nella roccia. Un'altra suggestiva scala antica è presente nella piccola cavetta di Santa Panagia e a ridosso del litorarale è possibile visitare anche l'omonimo oratorio rupestre di epoca medievale sebbene rimangano solo pochi frammenti degli affreschi e alcune nicchie scavate nella parete. Dirigendosi verso Siracusa un altro tratto ben conservato delle mura dionigiane è ancora visibile presso la scogliera chiamata dei "Piliceddi" dove, sulla piccola penisola era presente anche un fortino e sono visibili ancora dei conci di pietra caduti dal bordo roccioso. All'altezza del convento dei Cappuccini, purtrppo, si perdono del tutto le tracce delle mura in quanto sovrastate dalla città moderna.

Il tratto sud: verso la Via Elorina

Tomba a pilastri del FuscoIl tratto meridionale delle mura dionigiane è uno dei meno conservati e attualmente meno fruibili. Anche in questo caso occorre percorrere un tratto di aperta campagna partendo dalle vicinanze del teatro greco o dal quartiere di Villaggio Miano. Gli studiosi ancora dibattono sull'andamento delle mura in questa parte della città. Una porzione delle mura scendeva dall'altipiano e puntava verso il mare. Ne vennero trovate tracce durante la costruzione del cimitero e nel parcheggio sono ancora in parte visibili le fondazioni. Da qui probabilmente le mura passavano vicino al ginnasio romano. Nell'altra direzione le mura risalivano sull'altipiano fino ad andare poi a collegarsi al castello Eurialo. Una posizione particolarmente fortificata e dove vi sono tracce edilizie è la piccola cavetta detta Portella del Fusco. Qui è anche presente una tomba preistorica monumentale che aveva il prospetto decorato da pilastri ma che è stata sventrata in epoca greca durante la realizzazione delle mura. L'area tra il teatro greco e Portella del Fusco è stata poco indagata e costituiva certamente la periferia della città. Qui sono tantissimi i naiskoi che un tempo contenevano dei pinakes, quadretti dedicati ai defunti. Tra questi vi era anche un bassorilievo dedicato alla dea orientale Cibele. Le fonti antiche ci parlano anche dell'esistenza di un tempio di Ercole che poteva essere qui localizzato mentre altri studioso vi hanno ipotizzato la presenza di un "santuario delle cento are".

Visitare le mura dionigiane con una guida

Tra i tanti itinerari proposti dalle guide turistiche Hermes Sicily, alcuni permettono di ammirare in parte l'opera di fortificazione voluta da Dionisio. Tra gli itinerari segnaliamo in particolar modo:

  • Visita guidata al castello Eurialo: questo tour è sempre prenotabile privatamente per individuali o gruppi. Occasionalmente vengono anche proposte delle visite guidate di gruppo come eventi stagionali
  • Siracusa insolita: è un tour di gruppo che viene proposto occasionalmente come evento per scoprire le testimonianze archeologiche e naturali presenti lungo la pista ciclabile. Su richiesta è prenotabile anche come tour privato.

Per approfondire

Diverse citazioni sulle mura e sul castello Eurialo si trovano in ogni guida turistica o archeologia ma sicuramente lo studio monografico più recente e completo è l'opera dedicata alle mura di Siracusa dell'archeologo tedesco Dieter Mertens.