Abitato protostorico di Thapos (Priolo Gargallo)Sebbene il tratto di costa posto a nord di Siracusa, tra le cittadine di Priolo Gargallo ed Augusta sia oggi largamente occupato dal polo industriale e petrolchimico, anche questa zona della provincia aretusea risulta inaspettatamente ricca di attrattive monumentali e naturalistiche. Basti pensare ad aree archeologiche e monumentali come Megara Iblea, alla basilica paleocristiana di San Focà o a complessi catacombali come la Manomozza di Priolo o anche suggestive aree naturalistiche come la riserva naturale saline di Priolo o il massiccio dei monti Climiti. In questo tratto di costa insiste anche la penisola di Magnisi che ben si vede dalle balze dei monti Climiti o dall'Epipoli o dal castello Eurialo di Siracusa. Questa penisola è oggi disabitata ma ha ospitato una delle più importanti culture della media età del bronzo in Sicilia, appunto, la cultura di Thapsos. Il sito archeologico è stato studiato a più riprese dalla fine del XIX secolo (Paolo Orsi) alla metà del XX (Bernabò Brea) fino alla fine del XX sec. con gli scavi di Giuseppe Voza. Una vasta area del settore A del museo archeologico regionale "Paolo Orsi" di Siracusa espone oggi ceramiche, oggetti in osso e metallo, ritrovati nel corso degli scavi archeologici menzionati.

Necropoli di ThapsosSebbene vi sia ancora molto da fare per la fruibilità e la valorizzazione del sito archeologico di Thapsos, è però possibile effettuare un'escursione, magari accompagnati da una guida turistica specializzata in archeologia, per ritrovare le antiche vestigia di questa cultura protostorica siciliana.

Uno stretto istmo divide la terraferma dalla penisola Magnisi, creando due insenature naturali. E' qui che si è sviluppato il nucleo del villaggio dell'età del bronzo. Una vasta area conserva ancora le fondamenta di capanne circolari e rettangolari e i resti di una pavimentazione acciottolata. Parte dell'area dell'abitato è allo stato attuale recintata e non fruibile sebbene alcuni fondi di capanne circolari siano visibili anche all'esterno dell'area recintata. Gli archeologi sono stati colpiti sia dalla complessità di alcuni edifici dell'abitato, in controtendenza con altre realtà coeve della preistoria siciliana, che dalla grande abbondanza di merci di importazione ritrovati nelle vicine necropoli. Si tratta in particolar modo di ceramiche di produzione micenea. I rapporti commerciali tra il mondo miceneo e la Sicilia sono stati abbondantemente dimostrati dagli studiosi ma per Thapsos le ipotesi si spingono più in là, fino ad ipotizzare la presenza di edifici stabili nel villaggio, forse una sorta di magazzini, gestiti da commercianti micenei che regolarmente operavano in Sicilia. La sua posizione sul mare Ionio e la ricchezza dei commerci fecero probabilmente la fortuna di Thapsos rendendolo un vero e proprio emporio commerciale dell'età del bronzo. L'insediamento tramonta in un'epoca che coincide con il crollo dei regni micenei in Grecia mentre comincia ad assumere importanza il sito ben più arroccato di Pantalica. Anche le necropoli che costellano la penisola ci danno un'idea della grandezza di questo centro. Nella maggioranza dei casi si tratta di tombe scavate nella tenera roccia calcarea e che per la loro forma sono dette a "grotticella artificiale". Ogni tomba era probabilmente legata ad un gruppo famigliare e in alcuni casi in alcune tombe più grandi erano presenti anche sepolture multiple di diverse decine di Ceramica di Thapsos al museo archeologico "Paolo Orsi" di Siracusaindividui. Gran parte della penisola di Magnisi è oggi liberamente fruibile e si può pertanto lasciare la propria auto all'ingresso dell'istmo ed esplorarla con una piccola escursione a piedi, in cerca della varie testimonianze antiche. Oltre alle più antiche testimonianze preistoriche, al centro dell'isola è posta una torre a martello (Magnisi), realizzata nel XIX secolo per esigenze di difesa. Sempre per scopi difensivi sono ancora presenti i resti di una caserma, tunnel sotterranei e piattaforme per i cannoni risalenti al secondo conflitto mondiale. Sulla penisola di Thapsos era infatti installata la regia batteria AS361, parte della piazzaforte militare Siracusa-Augusta-Priolo.

I progetti per la valorizzazione di Thapos e della penisola Magnisi sono tanti sebbene i passi avanti negli anni siano stati molto lenti. La speranza è di poter in futuro rivedere una riapertura, anche occasionale dell'area dell'abitato protostorico. Sull'istmo insiste uno stabilimento industriale da lungo tempo abbandonato e che dovrebbe essere recuperato come centro visite anche in appoggio alla vicina riserva naturale saline di Priolo, gestita dalla Lipu. Negli ultimi anni le spiagge prospicienti Thapsos hanno visto un rinnovato sviluppo e si è anche ipotizzato un prolungamento della pista ciclabile "Rossana Maiorca" di Siracusa che oggi parte dal piazzale dei Cappuccini della città aretusea per concludersi in contrada Targia, a ridosso delle mura dionigiane. Pochi chilometri aggiuntivi permetterebbero un collegamento con Thapsos e anche con un piccolo ma curioso monumento antico situato nella stessa area, la cosiddetta "guglia di Marcello", rappresentata anche dal disegnatore Jean Houel nel Settecento.

Visite guidate ed escursioni Hermes Sicily

Visita guidata a ThapsosData la peculiarità del sito lo staff di guide archeologiche Hermes Sicily Tours non organizza in pianta stabile visite guidate all'area archeologica di Thapsos. Una visita privata a Thapsos per una piccola comitiva, un gruppo o anche visitatori individuali è prenotabile su richiesta (è consigliabile contattare con 10-15 giorni di anticipo con mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). Occasionalmente viene proposta una visita guidata di gruppo come evento speciale. Le visite di gruppo, quando programmate, sono elencate nel nostro calendario di eventi stagionali.